Perchè l’Europa vuol mettere al bando l’aloe…

La foglia di aloe è stata dichiarata cancerogena dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA)

È molto tempo che i ricercatori lavorano su questo tema e in Italia ci sono diverse aziende medio-piccole che producono integratori alimentari o alimenti contenenti aloe-emodina, emodina o estratto dalla foglia di aloe, di conseguenza molti agricoltori hanno investito nella coltivazione di aloe.

I principi attivi delle aloe sono notoriamente efficaci per il miglioramento il transito intestinale e per la protezione e cura della pelle e di conseguenza utilizzate in modo sicuro nella nostra tradizione. Nonostante ciò, il loro uso alimentare è stato vietato in via precauzionale dalla Commissione Europea e presto stessa fine faranno le altre piante sotto sorveglianza (rabarbaro, senna e frangola).

L’aloe discriminata come la canapa?

Risale al 18 febbraio 2021 il tentativo da parte del Parlamento di contrastare questa proposta che però ha subito 55 voti contrari. La proposta che era in discussione in Parlamento è sproporzionata e discriminatoria visto che i dati epidemiologici e gli studi pre-clinici sono scarsi e contrastanti e non permettono di affermare che queste sostanze sono dannose per la salute umana.

L’applicazione del principio di precauzione non significa divieto automatico, deve portare all’approfondimento scientifico e alla ricerca della verità e per questo è fondamentale capire il ruolo degli interessi della grande industria. La decisione della Commissione è spinta anche da una battaglia tra i vari poteri e interessi industriali dove l’Italia, con la sua produzione di integratori alimentari a base di piante e altre sostanze naturali, si trova a rivaleggiare con i grandi gruppi farmaceutici tedeschi.

Non deve finire qua, bisogna continuare ad informare i cittadini ed intervenire all’interno delle istituzioni con tutti gli strumenti a disposizione. La sfida è: prodotti naturali contro prodotti sintetici, nel rispetto e per difesa della salute dei cittadini.

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